Istituzione Musei: il direttore si dimette (e i lavoratori non stanno a guardare…)
Ecco la lettera aperta indirizzata al Sindaco delle lavoratrici e i lavoratori di PubblicaMenteMusei Bologna.
Gentilissimo Sindaco
le improvvise dimissioni del direttore dell’Istituzione Bologna Musei Gianfranco Maraniello, al quale vanno le nostre congratulazioni per il nuovo incarico al MART, sembrano avere creato molta ansia circa l’urgenza di trovare un adeguato sostituto.
Rispetto alla ridda di voci che da qualche giorno si susseguono e in vista del CdA straordinario dell’Istituzione convocato già questo lunedì, le lavoratrici e i lavoratori di PubblicaMente Musei ritiene invece che questa possa essere una occasione da sfruttare per valutare con obiettività i risultati raggiunti e gli orientamenti da assumere da oggi in avanti.
Per questo le inviamo oggi -in allegato a questa- la nostra proposta alternativa di riforma dell’Istituzione Musei Bologna, confidando che venga presa nella dovuta considerazione, nell’ottica di una sperimentazione che, di qui a un anno, valuti l’operato di questa nuova forma di gestione dei musei, avviando un serio lavoro di riorganizzazione che articoli la necessità di coniugare l’attuazione degli autentici compiti istituzionali dei musei a una reale ottimizzazione delle risorse, all’effettivo risparmio e anche al benessere organizzativo che questa amministrazione sta dimostrando di avere tanto a cuore.
Lettera aperta al Sindaco del Comune di Bologna Virginio Merola sulle dimissioni del direttore dell’Istituzione Bologna Musei
Egregio Signor Sindaco,
l’improvvisa interruzione del mandato di Direzione dell’Istituzione Bologna Musei attribuito poco più di un anno e mezzo fa a Gianfranco Maraniello, al quale vanno le nostre congratulazioni per il nuovo incarico al MART, sembra avere creato molta ansia circa l’urgenza di trovare un adeguato rimpiazzo.
Non è ancora chiaro se l’intento sia di ricorrere alla graduatoria già aperta con l’ultimo bando (conclusosi appunto con la nomina di Maraniello) o se si deciderà di istruire in fretta e furia un nuovo apposito concorso, come è stato ventilato: su questo, pare, si pronuncerà un allarmato CdA dell’Istituzione immediatamente convocato per lunedì.
In quest’ultimo caso, non sappiamo quanti valenti aspiranti direttori ambiscano ad affrontare la – si suppone dura – selezione per assicurarsi un incarico certamente ben remunerato, ma la cui durata sarebbe inferiore a un anno, dovendo coincidere con il periodo residuale del Suo stesso mandato in scadenza la prossima primavera.
Comunque sia, non crediamo sia particolarmente allettante improvvisare e gestire una programmazione di pochissimi mesi senza alcuna certezza sulle risorse per realizzarla. Perché questo, è bene ricordarlo, è e sarà il vero problema dell’Istituzione, insieme ad alcune contraddizioni che questa pausa imprevista potrebbe dare il tempo di sciogliere.
Se il Presidente Sassoli invoca da un lato una continuità di indirizzo, dall’altro l’Assessore Ronchi auspica una netta e repentina riconversione di Bologna da città del contemporaneo a città dell’antico.
Visto il ruolo cruciale svolto da tali scelte politiche nell’amministrazione complessiva della città, oltre che nella gestione dei musei cittadini, noi al contrario riteniamo che questa pausa imprevista rappresenti un’occasione da sfruttare per valutare con obiettività i risultati raggiunti e gli orientamenti da assumere.
Nel frattempo, La rassicuriamo, il patrimonio oggetto di tanta inquietudine non resterà abbandonato a se stesso solo per l’assenza di un direttore.
Per fortuna, infatti, i nostri musei sono già dotati di responsabili e di personale altamente competenti a gestire e valorizzare beni della collettività che sicuramente conoscono e amano più di qualsiasi direttore pro tempore.
Personale che, fra l’altro, è tutt’altro che privo delle tanto invocate capacità manageriali che si vorrebbero reperire all’esterno, tanto è vero che, nel corso di questi mesi, è stato in grado di approntare collegialmente una proposta alternativa di riforma dell’Istituzione Bologna Musei, che a nostro avviso rappresenta veramente un elemento di novità e di sviluppo per la creazione di quella rete museale per cui è nata l’istituzione Bologna Musei:
- un innovativo modello di governance dei musei (alternativo al vecchio modello piramidale “un uomo solo al comando”) basato sulla collegialità nella gestione dell’Istituzione, attraverso il coordinamento tra i 6 referenti dei musei (Archeologico, Arte Antica, Musica, Patrimonio Industriale, Risorgimento e Mambo/Morandi), con il ruolo di coordinatore gestito da uno di essi.
In questo si riprenderebbe -rafforzandola- una buona prassi già sperimentata qualche anno fa all’avvio della precedente Istituzione Musei Civici e risultata molto efficace nell’organizzazione, nella progettualità e nella gestione delle risorse.
I pro di questa diversa visione organizzativa sono numerosi: efficienza nella macchina organizzativa, sperimentazione organizzativa ma soprattutto un notevole risparmio per le casse pubbliche.
Si potrebbero infatti risparmiare i quasi 110.000 € dello stipendio da dirigente esterno, visto che tutti i musei hanno già responsabili stipendiati con Posizione Organizzativa.
E in questo momento il tema ci sembra tutt’altro che secondario, visto che nel Documento Unico di Programmazione 2015-2017 sono già previsti tagli dal bilancio dell’Istituzione Musei pari a 100.000 € all’anno (si passa da 1.014.000 € a 920.000 €, cioé quasi il 11% in meno): attraverso questa sperimentazione organizzativa “dal basso” otterremmo il risparmio richiesto dai bilanci senza tagliare alcun servizio, salvaguardando cioé laboratori educativi, orari di apertura, costo dei biglietti ecc. - la valorizzazione delle risorse interne e delle competenze dei musei a partire da Mambo, con l’istituzione della figura di referente inter pares anche per il museo d’arte contemporanea.un concreto e originale progetto culturale condiviso di “museo diffuso”.
Il modello è quello del progetto di iniziative condivise, che sta nascendo dal lavoro coordinato tra i vari referenti dei musei, in occasione della mostra “Egitto” che si aprirà nella rinnovata sala mostre del Museo Archeologico a partire da settembre 2015: un ricco programma di mostre-dossier collaterali alla principale, incontri, concerti, convegni, visite intermuseali e trekking urbani coordinato in tutte le sedi museali e aperto anche ad altre Istituzioni culturali cittadine. - un nuovo piano gestionale che non sia un ennesimo “libro dei sogni” ma che in massima parte è già realizzabile e a costo zero: riorganizzazione degli orari dei musei, revisione dei budget a disposizione delle singole sedi, biglietto unico tra tutte le sedi dell’Istituzione e tra gli altri musei cittadini (statali, universitari e privati), razionalizzazione dell’ organigramma condiviso con i lavoratori e basato su semplificazione e decentralizzazione.
Queste proposte sono valide e di buon senso, ma soprattutto sono realizzabili nel corso di quest’ultimo anno di mandato e ci piacerebbe che venissero prese nella dovuta considerazione, nell’ottica di una sperimentazione che, appunto di qui a un anno, valuti l’operato di questa nuova forma di gestione dei musei, avviando un serio lavoro di riorganizzazione che articoli la necessità di coniugare l’attuazione degli autentici compiti istituzionali dei musei a una reale ottimizzazione delle risorse, all’effettivo risparmio e, sperabilmente, anche al benessere organizzativo che questa amministrazione dichiara di avere tanto a cuore.
Distinti saluti
le lavoratrici e i lavoratori di PubblicaMenteMusei Bologna
assembleamuseibologna@gmail.com