In Comune – tra tagli e Pepoli – per la Cultura mai una (di)Gioia! Assemblea de* lavorat* venerdì 12 luglio

Nel volantone in allegato il riassunto di 6 mesi di follia, incapacità, confusione, mancanza di prospettive, di visione, di risorse e di volontà politica per cui ormai nemmeno i dirigenti più navigati riescono a nascondere la verità dietro le usuali acrobazie retoriche: la Cultura a Bologna è completamente alla deriva (e quel che è peggio è che i nostri dirigenti e politici sembrano tifare per l’iceberg…)

Il culmine si è svolto con l’ultimo incontro sindacale convocato ieri in extremis dall’A.C. per provare a salvare la faccia ma in cui ci è stato detto chiaramente che, al netto della miseria di 4-5 ulteriori assunzioni da spartirsi tra musei, biblioteche e dipartimento (che non coprono nemmeno i posti vacanti a causa delle recenti aspettative e dimissioni volontarie di alcuni dei vincitori del concorso) la graduatoria per il concorso cultura verrà fatta scadere tra 10 giorni perché – sempre per bocca dei dirigenti – chi va in pensione in cultura non verrà sostituito.

Le ragioni?
“Perché c’è il rinnovo del contratto” (detto come fosse un’inaspettata calamità) e “ci sono i tagli di autunno” (qui siamo già invece ai tagli preventivi).

Insomma il Comune più progressista d’Europa, come un Brunetta qualsiasi ha affermato molto chiaramente che “non procederà nemmeno più alle sostituzioni del personale in via di pensionamento o dei dimissionari” perché – rispondendo a precisa domanda delle nostre delegate al tavolo – “verranno impiegate per assumere altri profili di lavoratori più urgenti”.

(peccato che agli altri tavoli queste assunzioni vengano sistematicamente negate e con le stesse motivazioni!)

E questo mentre si prosegue con la farsa del Museo Morandi (che si arricchisce di nuove puntate sempre più assurde che vi raccontiamo nell’allegato) a cui si sono aggiunte negli ultimi giorni le improvvise quanto misteriose dimissioni della delegata Elena Di Gioia.
E sempre aspettando il fantomatico piano strategico dei Musei (annunciato ormai un anno fa) e il piano industriale della neonata Fondazione Bologna Welcome (che pare già in difficoltà economica, tanto da chiudere l’info point all’Aeroporto), la domanda resta sempre la stessa:

Dal momento che il personale comunale è già insufficiente a far fronte alle attività delle sedi esistenti e le assunzioni annunciate per gli istituti culturali sono state bloccate

chi lavorerà nei musei e nelle biblioteche civiche nei prossimi anni?

(oltretutto a fronte della lista infinita dei progetti di apertura di nuove sedi da parte del nostro vulcanico nuovo assessore alla cultura: dal Museo dei Bambini e delle Bambine, al Museo delle Case Popolari, al Polo della Memoria Democratica, al Museo Marconi a Villa Aldini, per non parlare della follia acrobatica dell’ultima ora del ventilato spostamento del Museo della Città in una nuova sede!)


Per discuterne e opporci alla distruzione della cultura in Comune è fondamentale la partecipazione di tutt* alla

ASSEMBLEA SINDACALE
promossa da tutte le sigle della RSU in orario di lavoro
venerdì 12 luglio
alle ore 11.00

presso la sala Conferenze del Mambo [via Don Minzoni 14]
per tutte le lavoratrici e i lavoratori delDipartimento Cultura, sport e promozione della città e dei Settori BibliotecheCultura e creatività e Musei civici Bologna

Per ribadire con forza, ancora una volta:

Dopo 15 anni di fallimenti,
non sarebbe ora di ascoltarci?

COBAS_Lavoro_Pubblico_Cultura_Tra_Tagli_e_Pepoli_mai_una_(di)Gioia.pdf