Sullo sgombero di martedì (e sulla manifestazione di sabato 24 ottobre)
Tra le forme di protesta sociale la riappropriazione collettiva del patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato può essere uno strumento molto efficace.
Non solo per denunciare l’emergenza abitativa che colpisce certe fasce di popolazione, ma anche come strumento per mettere in luce il crescente divario tra i pochi che hanno sempre di più e i tanti che hanno sempre di meno.
In questo modo, le occupazioni abitative, oltre a perseguire lo scopo di rendere finalmente accessibili spazi che nessuno utilizza e che spesso sono lasciati all’abbandono e al degrado, poco alla volta si sono trasformate in momenti di aggregazione sociale, che ha coinvolto i meno distratti fra chi non si riconosce più nella sinistra istituzionale.
Tanto da far si che questa forma di “lotta”, come si sarebbe detto un tempo, si è trasformata in una delle poche forme efficaci di critica sociale
Bruno Simili
https://goo.gl/wntM5b
Tutt* sappiamo cosa è successo martedì mattina.
Per molti di noi lavorat* del Comune di Bologna è bastato affacciarsi alla finestra dell’ufficio per vedere cosa stava succedendo nel palazzo di fronte.
Ciò che però ci spiace è che purtroppo in tant*, perché pres* dai problemi quotidiani delle proprie vite e del proprio lavoro, non abbiano mai potuto respirare l’ambiente accogliente e l’armonia fra le persone che hanno vissuto e fatto rivivere in quest’ultimo anno gli spazi dell’ex Telecom, da anni abbandonati e preda del degrado -quello vero-.
Ma per tant* era evidente il clima di comunità vera e viva che è nato da questa realtà:
per tutt* le/gli educatrici/ori che hanno realizzato nel loro tempo libero i laboratori educativi all’interno dell’ex Telecom,
per le/i assistenti sociali che in questi mesi hanno iniziato un percorso con alcune delle famiglie basato su fiducia e rispetto reciproco vanificato da uno sgombero brutale di cui non sapevano assolutamente nulla e di cui ora dovranno raccogliere il disastro come pesantissima eredità,
per i compagni di scuola dei bimbi occupanti che ieri sono andati in via Fioravanti per urlare “Mohamed, resisti!” e per le maestre che erano lì con loro perchè non tutte le lezioni si possono fare tra i banchi,
per tutto il quartiere della Bolognina che in questi 10 mesi ha imparato a conoscere, rispettare, aiutare e beneficiare di ciò che dall’interno dell’ex Telecom si irradiava verso l’esterno, anche solo per aver fatto almeno una volta la spesa ai mercati ospitati all’interno del grande cortile centrale.
Questa e la Bologna che unisce e costruisce, martedì ne hanno distrutto un pezzo importante e in tant* ci sentiamo da oggi un po’ più sol*.
Come Cub Cobas del Comune di Bologna e come Confederazione COBAS vogliamo innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la convivenza all’ex Telecom per come hanno gestito e supportato tutti gli occupanti (fino all’ultima persona e fino all’ultimo momento), co-progettando insieme cosa vuol dire essere una comunità all’interno della società
E per tutte queste ragioni sabato 24 ottobre torneremo all’ex Telecom in via Fioravanti 27 alle 15.30 per partecipare alla nuova marcia della periferia e della dignità, aperta a tutti e tutte, che riporti al centro il diritto all’abitare a partire dai bisogni e dalle esperienze di lotta di chi davvero ha vissuto e vive sulla propria pelle la così detta “emergenza abitativa” e ha trovato nell’autorganizzazione la vera soluzione per tornare a conquistare diritti e dignità.
Qui il link per aderire e invitare altri a partecipare su FB: https://goo.gl/1qGqzB
Per esprimere la nostra solidarietà di cittadin* e lavorat* del Comune a quanti sono stati sgomberati e richiedere il blocco immediato degli sgomberi delle occupazioni abitative.
Per fermare immediatamente scudi, manganelli e operazioni di sgomberi che nella nostra città stanno aggredendo la vita di centinaia di uomini, donne e bambini esponendo quanti sono stati costretti ad occupare per vivere dignitosamente ad una repressione violenta e crudele. Nelle occupazioni abitative, oltre alla conquista del diritto alla casa in questi mesi si è prodotta una straordinaria realtà di welfare indipendente e buone pratiche di mutuo soccorso a costo zero per la comunità. La qualità della vita per i bambini, le donne e gli uomini che vivono nelle occupazioni abitative è tornata ad aumentare tra gioia e serenità, coinvolgendo anche il territorio e la città in numerosi progetti di solidarietà.
Per chiedere subito una moratoria degli sfratti e l’abolizione dell’articolo 5 del Piano Casa.
Per permettere a quanti si trovano nella condizione di “morosità incolpevole” di evitare il rischio di essere sbattuti fuori casa da ufficiale giudiziario e polizia. C’è la necessità di una grande moratoria accompagnata da un forte investimento di risorse nell’edilizia residenziale pubblica e non di nuovi regolamenti Erp regionali coercitivi ed escludenti le fasce più povere e gli insolventi della nostra società.
“Prima i poveri!” quindi perché è il tempo che il primato del welfare e delle risorse pubbliche venga destinato a chi davvero ne ha bisogno, e che sempre ultimo non ha conosciuto che austerità micidiale e violenza repressiva.
“Prima i poveri!” di ogni origine, italiani o stranieri, perché l’unità fa la forza e la solidarietà è la più grande risorsa che hanno tra le mani sfrattati, occupanti, disoccupati e precari per continuare a lottare e conquistare nuova dignità!
Difendiamo e solidarizziamo con le occupazioni abitative sotto sgombero
CUB COBAS Comune di Bologna
Confederazione COBAS
[CUB-COBAS] Sullo sgombero di martedi e manifestazione sabato 24 ottobre [.pdf]
E per riflettere ancora:
http://goo.gl/0AWjrn
http://goo.gl/Asgh0m
http://goo.gl/4mJahJ
https://goo.gl/bBHQTD