Assemblee sindacali/ 2: un diritto in via di estinzione
La notizia della decisione dell’Amministrazione comunale di non autorizzare più assemblee sindacali indette da singole sigle (esclusi i Confederali) ha fatto rumore. Molti hanno sposato – anche a mezzo stampa- la notizia con fare entusiasta e col ditino teso: eh, avete esagerato, ragazzi, non si fanno assemblee un giorno sì e uno no (ma siamo sicuri che sia proprio andata così?). A sentire loro, gli uffici comunali sarebbero cronicamente deserti, con un conseguente disservizio per i cittadini e pletore di lavoratori perennemente in tournée tra un’adunata sindacale e l’altra, neanche fossero i Rolling Stones. Nella folla di coloro che plaudono a questa triste limitazione, due voci fortemente contrarie: quella di alcuni lavoratori e lavoratrici del Comune di Bologna e quella del giurista Piergiovanni Alleva.
Ecco la risposta dei lavoratori del Comune di Bologna inviata ai giornali in relazione ad un articolo apparso sul Corriere della Sera l’11 febbraio 2016 a firma di Dario De Vico
Bologna 12/02/2016
Siamo dipendenti del Comune di Bologna e abbiamo letto con sconcerto l’articolo del tutto sviante di Dario De Vico pubblicato ieri sul Corriere. Ci sembra evidente che l’articolista sia più preoccupato di sostenere la campagna elettorale di Merola che di dare corrette informazioni. Vogliamo quindi rassicurare i cittadini e le cittadine di Bologna che nessun dipendente può usufruire di più di 12 (dodici) ore retribuite per assemblee sindacali. Non tutti i dipendenti se ne avvalgono, peraltro, e queste potenziali assenze vengono richieste e autorizzate con largo anticipo. E’ quasi impossibile, quindi, che l’utenza non ci trovi al nostro posto di lavoro per questa ragione, se non in eccezionali occasioni: non più di 4 (quattro) l’anno, in sostanza, visto che i permessi vengono richiesti per un massimo di 3 (tre) ore alla volta. E’ davvero curioso, quindi, che il Sindaco si mostri scandalizzato per il legittimo esercizio di un diritto che non può essere praticato senza il consenso dei responsabili del personale da lui delegati. Facciamo anche presente che la facoltà di indire assemblee è stata revocata solo per le cosiddette sigle minori, mentre è rimasta intatta per i sindacati confederali, due dei quali assolutamente minoritari nella RSU del Comune. Da notare che solo nell’ultimo mese, la CGIL, che continua a poter convocare liberamente le assemblee, ha ampiamente usufruito di tale facoltà, organizzandone almeno 14 (quattordici). Vogliamo infine sottolineare che molti contrasti con il Comune non riguardano rivendicazioni ristrette alle nostre prerogative, ma proprio la qualità dei servizi resi che, come dimostrano i fatti, sta molto più a cuore a noi che a questo Sindaco.
Ed ecco l’intervista a Piergiovanni Alleva, uscita il 12 febbraio 2016 su Repubblica Bologna:
Insomma….NON CI RESTA CHE PIANGERE? Decisamente, no! La Quaresima impostaci dall’Amministrazione Comunale è appena cominciata e sapremo esprimere il nostro contrito disappunto!