ASP: il (rumoroso) Silenzio delle Assistenti
I primi due incontri del “tour promozionale” (avvenuti nei quartieri Savena e Porto-Saragozza) con cui l’Amministrazione Comunale sta cercando di “vendere” le magnifiche sorti e progressive del passaggio ad ASP del Servizio Sociale Territoriale si sono scontrati con il compatto muro del silenzio da parte degli operatori del Servizio Sociale Territoriale.
Le/i lavoratrici/ori non possono sottrarsi a questi incontri “tecnici” indetti in orario di lavoro ma hanno deciso di utilizzare questa forma forte di contrasto per segnalare la loro netta contrarietà ai piani dell’A.C.
E mai silenzio è stato così carico di contenuti: il no del passaggio ad ASP è pieno di validissime ragioni e argomentazioni, a partire dalla situazione disastrosa dell’Azienda da un punto di vista economico e organizzativo.
Tali ragioni sono state condivise in una partecipatissima assemblea autoconvocata il 29 aprile, nella quale le/i lavoratrici/ori hanno espresso con forza il totale dissenso all’ipotesi di passaggio all’ASP Città di Bologna, chiedendo un incontro urgente con l’Amministrazione Comunale che riunisse tutti i lavoratori in modo congiunto.
L’A.C. non ha risposto a tali basilari richieste preferendo continuare con il giro dei quartieri, forse con la segreta speranza di riuscire a convincere/blandire le/i lavoratrici/ori.
Ma la risposta è stata unanime e compatta: le/i lavoratrici/ori rigettano con il loro silenzio il tentativo di far passare questi incontri come una co-progettazione condivisa e rifiutano qualsiasi dialogo con l’A.C. arrivato fuori tempo massimo e a decisioni già abbondantemente prese.
A tal proposito, le/i lavoratrici/ori si chiedono perché l’interlocutore privilegiato di questi incontri debbano essere i vertici ASP, con slides e narrazioni dall’insipido sapore di propaganda su quanto sia bello&giusto il lavoro in ASP.
Il Servizio Sociale Territoriale è parte integrante del Comune e dei Quartieri ed è a loro che le/i lavoratrici/ori vorrebbero rivolgere le critiche e le controproposte per migliorare le condizioni dei servizi che si trovano a gestire in un clima di disinteresse da parte dei vertici e di dismissioni forzate.
A questo va aggiunto che, con una mossa inedita e inquietante, il prefetto ha deciso di rispondere in questo modo all’indizione dello stato di agitazione inviata dalle sigle sindacali su mandato dell’assemblea delle/i lavoratrici/ori:
“si ritiene che la natura dell’argomento posto a base della richiesta del tentativo di raffreddamento – una scelta di carattere politico dell’amministrazione comunale dell’A.C.- non rientri tra quelli oggetto di procedura conciliativa”.
Insomma, il prefetto ha negato ai rappresentanti dei lavoratori l’incontro tra A.C. e sindacati (procedura alla quale è tenuto per legge).
A fronte di tutto questo, i COBAS continuano ad opporsi in maniera netta all’ennesimo attacco al welfare cittadino e al passaggio del Servizio Sociale Territoriale e delle sue lavoratrici/ori ad ASP.
Per questo, appoggiamo con forza le lavoratrici/ori in tutte le loro iniziative di mobilitazione e di contrasto al piano di trasferimento ad ASP del Servizio Sociale Territoriale.
DICIAMO NO a un piano arrogante, insensato e pericoloso
per lavoratrici/ori, servizi e cittadini.
DICIAMO NO a un piano che si vuole far passare in fretta e furia
con un’accelerazione tanto opaca quanto improvvisa (e proprio quando le lavoratrici/ori dei Servizi Sociali iniziano a informarsi e mobilitarsi).
DICIAMO NO a un piano (l’ennesimo) di dismissione del welfare
fatto a spese di lavoratrici/ori, cittadini e famiglie, in cui il rientro dal debito è realizzato “facendo leva sulla capacità di spesa delle famiglie”.
DICIAMO NO a un piano contrario al più semplice buon senso
perché quando un’azienda pubblica (almeno per ora…) è gravata da un buco di bilancio disastroso e in continuo aumento (seguendo i casi analoghi delle ASP di mezza regione, buon ultimo quello disastroso di Ferrara), non si delegano ad essa lavoratrici/ori e funzioni decisive per il benessere dei cittadini e il futuro di una comunità come i servizi alla persona, agli anziani non autosufficienti, ai disabili, ai giovani e alle famiglie disagiate, alla lotta contro le dipendenze.