BIBLIOTECHE: ULTIMA FRONTIERA
La settimana scorsa è andata in onda su Radio Città Fujiko Biblioteche: ultima frontiera, ottima inchiesta in cinque puntate sulla (travagliata) storia delle biblioteche.
Vi consigliamo di ascoltarla tutta ma in particolare la quarta puntata [qui il link http://bit.ly/2kdrmUh] a cui ha contribuito il COBAS dell’Istituzione Biblioteche per ribadire l’importanza del ruolo delle biblioteche in contesti di povertà economica ed educativa, i tagli e i problemi che hanno dovuto subire negli ultimi decenni e le battaglie contro le esternalizzazioni e la loro progressiva chiusura, ma anche le possibili e auspicabili prospettive future di queste importanti agenzie culturali.
Come infatti ben sappiamo, il bando del Comune di Bologna 2018/2021 di circa 6 milioni di euro per Servizi di gestione del pubblico e del patrimonio documentario e servizi di catalogazione per l’Istituzione Biblioteche prevede la “sperimentale” completa esternalizzazione / privatizzazione della Biblioteca Lame (da gennaio 2018) e l’assegnazione di personale delle cooperative alle biblioteche della nostra città.
Ma, come ribadito anche da Miriam Ridolfi e Rosa Maiello nell’inchiesta radiofonica, queste biblioteche funzionano come polo di aggregazione sociale e culturale con le loro diverse specificità, mantenendo uno stretto rapporto con le realtà territoriali e in particolar modo con le istituzioni scolastiche.
Infatti, sono in atto decine di progetti per la promozione della lettura, laboratori rivolti a tutti i gradi e ordini scolastici organizzati da Casa di Khaoula, Villa Spada, Corticella, Lame, Scandellara e molte altre.
All’interno di queste realtà emergono le forti criticità, emerse con forza nell’assemblea dei lavoratori dello scorso 20 aprile:
- mancanza di personale
da alcuni alcuni anni si è verificato un alto tasso di pensionamenti, sostituito solo parzialmente da personale di cooperative che ruota sulle varie biblioteche, personale che non garantisce una presenza costante e continuativa all’interno dei singoli servizi. - formazione assente
assenza di un piano per la formazione/aggiornamento del personale, nelle biblioteche lavorano persone senza esperienza e formazione, costrette ad inventarsi bibliotecarie.
Da alcuni anni vengono svolti prevalentemente corsi on-line monotematici di poche ore: l’ultimo corso di formazione è stato fatto nel 2015, al quale hanno partecipato solo una parte dei lavoratrici/ori tra cui alcuni di categoria B che sono stati formati per mansioni di livello C, senza alcun riconoscimento di profilo e/o di stipendio - problemi delle strutture
- in diverse biblioteche si evidenziano gravi problemi legati alla climatizzazione e alla presenza di infissi e valvole termostatiche che non soddisfano alcun criterio di risparmio energetico
- mancanza di bagni rispetto al numero di frequentanti
- barriere architettoniche per l’accesso ai servizi sanitari
- mancanza di parcheggi per disabili vicino alle strutture
- problemi legati all’utenza con disagio di tipo psicologico e/o altro
Inoltre esistono differenze rispetto al trattamento economico dei lavoratori delle biblioteche di quartiere e di Sala Borsa:
- indennità di turno/maggiorazione diurna
durante i periodi estivi e festività varie a seguito di una “forzata” chiusura o riduzione di apertura i lavoratori delle biblioteche di quartiere non percepiscono l’indennità di turno, a differenza dei lavoratori di Sala Borsa che, dato l’alto numero di personale, riescono a garantire l’apertura a orario pieno.
Ciò a fronte di un carico di lavoro che aumenta e si concentra nelle ore di apertura ridotte. - turni di lavoro
sono emerse differenze anche sull’organizzazione dei turni di lavoro.
In alcuni casi si richiede una flessibilità di turnazione settimanale e disponibilità a cambi di turno a fronte di malattie o assenze anche da un giorno all’altro per garantire l’apertura del servizio.
Tutto questo è stato condiviso dalle lavoratrici e dai lavoratori nell’assemblea del 20 aprile, ma l’incontro concesso dall’A.C. solo il mese scorso (con ben 7 mesi di ritardo) non è servito a nulla, se non ai vertici dell’Istituzione Biblioteche per ribadire la propria dogmatica e livorosa posizione di chiusura nei confronti delle richieste dei lavoratori.
Purtroppo, come ben sapete, la stretta antisindacale e antidemocratica voluta dall’A.C. consente di indire assemblee solo alle sigle confederali, mentre l’assemblea dei delegati RSU non viene convocata da oltre 9 mesi, impedendoci di fatto di discutere o almeno di informare adeguatamente i lavoratori.
Per questo, in vista delle elezioni RSU ormai prossime, ribadiamo nuovamente le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori:
- concorso pubblico per bibliotecari aperto a lavoratrici e lavoratori delle cooperative già prestanti servizio in comune
per garantire le assunzioni necessarie a coprire il turnover derivante dai numerosi pensionamenti di questi anni e l’apertura di una graduatoria per le sostituzioni temporanee. - mobilità interna
per permettere al personale educativo di lavorare nelle biblioteche dopo una formazione specifica.
E’ da sottolineare che a tutt’oggi non siamo a conoscenza di un quadro della mobilità dei vari settori, pertanto chiediamo di conoscere quali e quante posizioni sono disponibili per consentire eventuali trasferimenti interni da e per le biblioteche. - sicurezza sul lavoro
si chiede un verifica su tutte le strutture, a partire dalle segnalazioni degli operatori e la definizione di progetti specifici che prevedano la presenza di educatori nelle biblioteche. - orario/turni
su indennità e turni richiediamo uguale trattamento per i lavoratori delle biblioteche e il giusto riconoscimento di un’indennità per la flessibilità nei cambi turni.