Istituzione Scuola: lettera aperta a Sindaco e assessore sui progetti per l’educazione e l’inclusione
“Valorizzazione dei centri anni verdi per preadolescenti.
Sostegno alle esperienze di autogestione dei giovani e formazione contro la dispersione scolastica, il disagio, la violenza, per educare al rispetto delle differenze, a partire da quelle di genere.
Favorire progetti offerti dai diversi quartieri per i giovani”
Gentilissimo Sindaco Merola e gentilissima Assessore Pillati
le frasi sopra riportate sono, come ben ricorderete, uno dei punti del programma di governo di Virginio Merola.
Il Cobas degli educatori di Istituzione Educazione e Scuola, però, non capisce il perché di un tale scollamento tra le parole di un programma e la realtà delle cose.
I Centri Anni Verdi e OfficinAdolescenti, centri educativi che da anni lavorano in rete con gli altri servizi di Bologna, operano per l’inclusione di ragazzi delle scuole medie e delle loro famiglie: in questo, rappresentano per molti minori un forte punto di riferimento capace di organizzare percorsi di sostegno scolastico, attività e laboratori con lo scopo di condividere relazioni sane e proficue per la crescita di molti preadolescenti e adolescenti e prevengono il disagio giovanile.
Questa realtà virtuosa e socialmente inclusiva ora versa in condizioni a dir poco deficitarie, senza la possibilità di ricevere un budget da mesi e con notevoli altre problematiche, non ultima quella delle pulizie e della manutenzione delle strutture.
Gli educatori hanno sempre perseguito i punti che lei stesso, signor sindaco, aveva espresso nel suo programma di governo.
Adesso, però, non possiamo più tacere le condizioni di assoluta precarietà in cui versano i Centri Anni Verdi.
Quest’anno, con l’attuale mancanza di organizzazione e di budget dedicato, agli operatori e ovviamente a tutti gli utenti è stata preclusa la possibilità di vivere un’esperienza di crescita fruttuosa e costruttiva per il proprio futuro, poiché, probabilmente, l’amministrazione comunale ha deciso di disinteressarsi di loro.
E che “servizio” è quello che non ha le risorse necessarie per operare?
In quali condizioni lavorano gli educatori?
Che cosa offriremo ai nostri ragazzi?
Già, perché è facile spersonalizzare e chiamarli semplicemente “utenti”.
Chiamiamoli con il loro nome: sono i nostri cittadini più giovani: non investire su di loro significa rinunciare al futuro.
Di tutti.
Per tutto questo, vi invitiamo -per l’ennesima volta- a incontrarci.
Cobas degli educatori riuniti di Istituzione Educazione e Scuola.
Istituzione Scuola: Lettera aperta educatori
a Sindaco e Assessore
su educazione e inclusione
29/04/2015 [pdf]