ASP=Assoluto Silenzio Politico: le assistenti sociali in Consiglio contro il passaggio dei Servizi Sociali ad ASP
Martedì 14 aprile in Giunta è stata approvata la modifica dell’organigramma che configura in tempi brevi il passaggio delle lavoratrici/ori del Servizio Sociale all’ASP unica Città di Bologna[1].
Tutto questo ovviamente senza che mai sia giunta risposta alla nostra richiesta di incontro con l’A.C. datata 1 aprile, in cui chiedevamo anche che fosse inviato il Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate[2].
E malgrado sempre ieri nella conferenza dei Direttori dei Quartieri si sia parlato dell’Asp e del passaggio ad essa dei Servizi Sociali proprio alla presenza della direttrice del personale del Comune Maria Grazia Bonzagni.
Venerdì 19 aprile abbiamo sollevato la questione nella riunione del coordinamento RSU con i delegati delle altre sigle sindacali e ci è stato riferito che martedì 21 aprile l’Amministrazione Comunale incontrerà i responsabili territoriali di CGIL, CISL, UIL e USB (come sempre i COBAS non vengono invitati a questi tavoli) alla presenza di Elisabetta Scoccati (Direttrice generale di ASP).
A fronte di una situazione dei servizi sociali ormai insostenibile e di un’ancor più disastrosa situazione organizzativa ed economica di ASP Città di Bologna, a cui oggi il Comune vorrebbe trasferire tutti i Servizi Sociali cittadini, i COBAS si oppongono in maniera netta all’ennesima distruzione del welfare cittadino e al passaggio del Servizio Sociale Territoriale e delle sue lavoratrici/ori ad ASP[3].
Per questo, sin da ora appoggiamo con forza le lavoratrici/ori per una serie di iniziative di mobilitazione e di contrasto al piano di trasferimento ad ASP del Servizio Sociale Territoriale, a partire dall’occupazione del Consiglio Comunale di oggi, per poi decidere mercoledì 22 aprile nell’assemblea delle lavoratrici/ori al Quartiere Porto/Saragozza a partire dalle ore 12.30 (a cui tutte le lavoratrici/ori sono fortemente invitate a partecipare) riguardo l’immediata messa in stato di agitazione (che prelude allo sciopero) nonché altre forme via via più intense di mobilitazione e di lotta.
ASP = Assenza Salvaguardia Persone
DICIAMO NO a un piano arrogante, insensato e pericoloso
per lavoratrici/ori, servizi e cittadini.
ASP = Assoluto Silenzio Politico
DICIAMO NO a un piano che si vuole far passare in fretta e furia
con un’accelerazione tanto opaca quanto improvvisa (e proprio quando le lavoratrici/ori dei Servizi Sociali iniziano a informarsi e mobilitarsi).
ASP = Azienda Senza Programmazione
DICIAMO NO a un piano (l’ennesimo) di dismissione del welfare
fatto a spese di lavoratrici/ori, cittadini e famiglie: ricordiamo che il piano di rientro dal debito deve essere realizzato “facendo leva sulla capacità di spesa delle famiglie”.
ASP = Azienda Senza Pecunia
DICIAMO NO a un piano contrario al più semplice buon senso
perché quando un’azienda pubblica (almeno per ora…) è gravata da un buco di bilancio disastroso e in continuo aumento (in questo seguendo i casi analoghi delle ASP di mezza Regione, da Fidenza, a Vignola fino al caso emblematico di Piacenza), non si delegano ad essa lavoratrici/ori e funzioni decisive per il benessere dei cittadini e il futuro di una comunità come i servizi alla persona, agli anziani non autosufficienti, ai disabili, ai giovani e alle famiglie disagiate, alla lotta contro le dipendenze.
[1] Nell’atto di giunta P.G. N.: 97589/2015 Prog. 77/2015 approvato nella Seduta di Giunta del 14/04/2015 si legge infatti che: Ritenuto, pertanto, di introdurre le modifiche di seguito specificate nello schema organizzativo dell’Ente: […]
– trasformazione in Area dell’attuale Dipartimento Benessere di Comunità, con la prospettiva del mantenimento delle esclusive funzioni di presidio e governo del Sistema comunale di welfare a seguito del riordino presso l’ASP di tutti i servizi a valenza sociale e socio-sanitaria;
[2] Che da Legge di Stabilità 2015 dovrebbe esser prodotto dall’A.C. entro il 31/03/2015, ma di cui ancora non vi è traccia
[3] Dal bilancio triennale 2015-2017 di ASP (non pubblicato nella sezione “amministrazione trasparente”) si scopre come non solo il pareggio di bilancio sia un obiettivo irraggiungibile (malgrado i “due anni” per raggiungerlo che si dava il presidente di ASP Gianluca Borghi nel 2014), ma addirittura debiti e deficit costi/ricavi aumentano all’anno di più di 100.000 €, per raggiungere la cifra monstre di quasi 2.600.000 € nel 2017.
Si scopre anche come l’inutile quanto velleitario “piano di rientro” stile “troika” punti in realtà a far pagare i debiti di decenni di gestioni disastrose ai lavoratori (flessibilizzazione massima, tagli di fondi ferie, straordinari, formazione, indennità, ricontrattazione degli incarichi con tagli tra il 5 e il 10%, riconversione del personale non idoneo…), al Comune (aumento della remunerazione servizi sociali trasferiti del 7% delle spese generali per le aree del disagio adulto e della domiciliarità) e ai cittadini, addirittura “facendo leva sulla capacità di spesa delle famiglie” (le famiglie ovviamente disagiate seguite dai Servizi Sociali).
L’intera inchiesta COBAS sull’ASP è disponibile qui: http://goo.gl/lBs3jp
[Comunicato stampa COBAS 20/04] ASP=Assoluto Silenzio Politico: No al Passaggio dei Servizi Sociali ad ASP