Cosa ci ASPetta? L’improvvisa (e sospetta) accelerazione del piano di trasferimento del Servizio Sociale ad ASP
Ieri 16 aprile in Giunta è stata approvata la modifica dell’organigramma che configura -sottotraccia e in maniera opaca e subdola- il passaggio delle lavoratrici/ori del Servizio Sociale all’ASP GIA’ DAL 1 MAGGIO (cioé tra 14 giorni)!
Nell’atto di giunta P.G. N.: 97589/2015 Prog. 77/2015 approvato nella Seduta di Giunta del 14/04/2015 si legge infatti che:
Ritenuto, pertanto, di introdurre le modifiche di seguito specificate nello schema organizzativo dell’Ente:
[…]
– trasformazione in Area dell’attuale Dipartimento Benessere di Comunità, con la prospettiva del mantenimento delle esclusive funzioni di presidio e governo del Sistema comunale di welfare a seguito del riordino presso l’ASP di tutti i servizi a valenza sociale e socio-sanitaria;
E andando a confrontare il nuovo organigramma (che alleghiamo qui) con il vecchio (disponibile qui) si noterà che il settore Servizio Sociale è improvvisamente scomparso!
Tutto questo ovviamente senza che mai sia giunta risposta alla nostra richiesta di incontro con l’A.C. datata 1 aprile (inviata agli assessori Frascaroli e Rizzo Nervo, al direttore generale Giacomo Capuzzimati, alla direttrice del Personale Maria Grazia Bonzagni e a tutti i direttori dei quartieri) in cui chiedevamo anche che fosse inviato il Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate (che da Legge di Stabilità 2015 dovrebbe esser stato redatto dall’A.C. entro il 31 marzo 2015).
E malgrado sempre ieri nella conferenza dei Presidenti dei Direttori dei Quartieri si sia parlato dell’Asp e del passaggio ad essa dei Servizi Sociali proprio alla presenza della direttrice del personale del Comune Maria Grazia Bonzagni (che di questa accelerazione non ha fatto alcuna menzione nell’incontro informativo della settimana scorsa proprio su questa delibera di giunta).
Oggi pomeriggio solleveremo la questione nella riunione del coordinamento RSU con i delegati CGIL CISL UIL: ci auguriamo che loro non fossero al corrente dell’accelerazione violenta del piano dell’A.C., anche se ci è stato riferito che martedì 21 aprile l’Amministrazione Comunale incontrerà i sindacati maggiormente rappresentati a livello nazionale (CGIL-CISL-UIL) alla presenza di Elisabetta Scoccati (Direttore generale dell’ASP unica ovvero la responsabile della gestione economica finanziaria e dell’organizzazione e del raggiungimento degli obiettivi definiti dagli organi di indirizzo politico) con all’ordine del giorno proprio le modalità del passaggio del Servizio Sociale Territoriale all’ASP.
A questo punto ci chiediamo (e chiederemo domani con forza) se i sindacati confederali vorranno essere coerenti con quanto da loro sostenuto sino ad ora e convergere nei fatti con la linea COBAS che è di netta e totale opposizione al passaggio del Servizio Sociale Territoriale e dei suoi operatori all’Asp, alla luce di quanto venuto alla luce con il Dossier ASP.
Inoltre, sin da ora proponiamo alle lavoratrici/ori una serie di iniziative di mobilitazione e di contrasto al piano di trasferimento ad ASP del Servizio Sociale Territoriale.
Già a partire da lunedì, con un’occupazione del Consiglio Comunale, per poi decidere mercoledì nell’assemblea delle lavoratrici/ori al Quartiere Porto/Saragozza in via Pietralata 60 dalle ore 12.30 (e a cui tutte le lavoratrici/ori sono fortemente invitate a partecipare) riguardo l’immediata messa in stato di agitazione (che prelude allo sciopero) nonché altre forme via via più intense di mobilitazione e di lotta.
DICIAMO NO a un piano arrogante, insensato e pericoloso per lavoratrici/ori e servizi.
DICIAMO NO a un piano che si vuole far passare in fretta e furia e con un’accelerazione tanto improvvisa quanto sospetta (proprio quando le lavoratrici/ori dei Servizi Sociali stavano iniziando a mobilitarsi).
DICIAMO NO a un piano (l’ennesimo) di dismissione del welfare fatto a spese di lavoratrici/ori, cittadini e famiglie (ricordiamo che il piano di rientro dal debito deve essere realizzato “facendo leva sulla capacità di spesa delle famiglie”).
DICIAMO NO a un piano contrario al più semplice buon senso: se un’azienda pubblica è gravata da un buco di bilancio disastroso in continuo aumento (in questo seguendo i casi analoghi delle ASP di mezza Regione, da Fidenza, a Vignola fino al caso emblematico di Piacenza), non si delegano ad essa lavoratrici/ori e funzioni decisive per il benessere dei cittadini e il futuro di una comunità come i servizi alla persona, agli anziani non autosufficienti, ai disabili, ai giovani e alle famiglie disagiate, alla lotta contro le dipendenze.