Ecco come il Servizio Sociale lottò con i COBAS e vinse!
Il 21 febbraio 2015, esattamente 3 anni fa, alcune lavoratrici del Servizio Sociale iniziarono a porsi delle domande rispetto allo scenario che A.C., dirigenti e sindacati continuavano a prospettare: l’esternalizzazione del Servizio Sociale Territoriale era cosa fatta, l’imminente passaggio delle lavoratrici ad ASP era inevitabile, inutile tentare di opporsi…
Quel giorno le lavoratrici bussarono alla porta dei COBAS e da allora insieme abbiamo rivendicato con forza e con argomentazioni valide una riorganizzazione dell’intero comparto in capo al Comune.
E dopo decine di assemblee autorganizzate, dossier, analisi, proposte, incontri pubblici, mobilitazioni, comitati cittadini, interventi in Consiglio Comunale (e polizia schierata contro) fino allo sciopero del 18 giugno…
assieme abbiamo vinto!
Oggi siamo al primo anniversario della riorganizzazione territoriale, il Servizio Sociale è rimasto pubblico e all’interno del Comune ed è stato avviato un percorso di stabilizzazione del personale attraverso gli ultimi piani assunzionali.
Ma c’è ancora molto da fare, ne siamo consapevoli: dobbiamo monitorare insieme la riorganizzazione tuttora in corso alla luce delle difficoltà e criticità che stanno emergendo all’interno dei Quartieri e proporre miglioramenti.
E’ ancora necessaria la partecipazione di tutte e tutti e per questo molte persone protagoniste di questa grande vittoria si presenteranno per i COBAS alle prossime elezioni RSU per continuare a rappresentare le istanze del Servizio Sociale e dei Quartieri.
Perché con i COBAS la lotta paga!
E se vuoi conoscere il programma dei COBAS, ecco i punti già pubblicati:
#votaCOBAS 1: ecco come abbiamo lavorato in questi ultimi 3 anni (ed eravamo solo in 2!)
#votaCOBAS 2: rinnovo del contratto, non cadere in trappola!
#votaCOBAS 3: PeO: serviamo a tutti non serviamo nessuno
#votaCOBAS 4: per concorsi pubblici trasparenti e legali
#votaCOBAS 5: nelle biblioteche nuove assunzioni e stop alle esternalizzazioni
#votaCOBAS 6: per fermare la deriva autoritaria in Comune